Claudia Quintieri

Claudia Quintieri è nata a Roma il 09/03/1975. Si è laureata all’Università La Sapienza di Roma in Lettere e Filosofia con indirizzo Storia dell’Arte Contemporanea. È artista, scrittrice e giornalista. Ha pubblicato i libri La voglia di urlare nel 2012, E così la bambina è caduta nel 2014, Palermo mon amour nel 2020 e Raggiro del mondo in 80 anni firmato insieme a Giorgio Fabretti nel 2020. Lavora presso le riviste Inside Art, art a part of cult(ure) e Lebiennali.com. La sua ricerca artistica si concentra sulla videoarte e la fotografia. Il suo percorso in arte è caratterizzato dalla diversità delle espressioni stilistiche, infatti, a seconda della specificità del progetto, utilizza i medium in maniera appropriata alla struttura formale che si confà al progetto stesso. I suoi libri affrontano varie tematiche nella meditazione che porta ad una sperimentazione continua. I suoi libri approfondiscono spesso il tema dell’identità, sia nella prosa che nella poesia. Anche in arte spesso il tema è l’identità: personale, sociale e dei luoghi che attraversa. Ha scritto vari testi critici su artisti visivi. Numerose le personali e le collettive in Italia e all’estero.

2020 Personale La dialettica e il senso alla Galleria Minima a cura di Vittoria Biasi, Roma, con i video: Duration 2004, Venere metropolitana 2009, Identity 2010, MARIKANA 2018

Still da video Duration 2004
still da video Venere metropolitana 2009
Still da video Identity 2010
Still da video Marikana 2018
still da video Reclusione 2020

2020 Collettiva Borders Festival – Fragmented Identities  Venezia con il video Reclusione 2020

Still da video Poligonie 2020
still da video Poligonie 2020

2020 Personale Poligonie sulla pagina Istagram Apocryphalgallery, galleria virtuale da un’idea di Mario Nalli a cura di Donatella Pinocci

2020 Progetto Ignorartemia a cura di Ignorarte su Facebook nell’ambito di iniziative nella pandemia Covid-19  

2020 Progetto Iononmiarresto a cura di Mimmo di Caterino su Facebook nell’ambito di iniziative per la pandemia Covid-19

Foto E così la bambina è caduta 2020

2020 Genova Art Expo, Genova, con la fotografia E così la bambina è caduta

Foto del libro Palermo mon amour 2020

2020 Pubblicazione libro Palermo mon amour, casa editrice Edizioni del Faro, presentato alla Libreria Ubik di Cosenza, alla libreria Koob di Roma e alla libreria Eli di Roma

2020 Rassegna DomaniInArte alla GAM di Roma

2020 Progetto WOW presentato al MAXXIMediterraneo di Roma ideato dal collettivo 100%contemporaneo

Still da video Infinito 2019

2019 Più vicini all’universo dove annega il pensiero a cura di Roberta Melasecca e Fabio Milani, Monticello, Roma con il video Infinito 2019

2019 Dangerous Kidness – La gentilezza è pericolosa a cura di Roberta Melasecca, Monticello e Officine nove, Roma

Still da video Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre 2012

2019 Amore e solitudine nel presente – passato della Cina a cura di Vittoria Biasi, Biblioteca città di Prato, Prato con il video Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre 2012

2019 24 Hours Creating a New Day a cura di Gianfranco Valleriani ospitata da Le Dame Art Gallery, Melia White House, Londra 

2019 collettiva Fuori luogo, Officine Forte Marghera, Mestre (Venezia)

Still da video Trascendenza senza appigli 2012

2019 Proiezione del video Trascendenza senza appigli 2012 nell’ambito del Progetto Gene a Piazza Armerina e al Museo MACRO Asilo, Roma

Still da video MARIKANA 2018

2018 Doppia personale Apparenze con l’artista Fiorenzo Zaffina, testi critici di Rossella Alessandrucci e Lorenzo Canova, Galleria Borghini Arte Contemporanea, Roma con il video MARIKANA 2018

still da video Marikana 2018

2018 Fiera Artrooms Church Palace Hotel, Roma con il video MARIKANA 2018

2018 Tiny Biennale Temple University Rome Campus, Roma

Fotografia Ufo 2018

2018 Finalista del concorso fotografico Switch The Roules di Fondazione Ermanno Casoli e Elica, mostra Pastificio Cerere, Roma con la fotografia Ufo 2018

2018 Proiezione video MARIKANA 2018 al MACRO Asilo, Roma

Still da video Un cervello tra le anime 2018

2018 Proiezione video Un cervello tra le anime 2018 all’interno della presentazione del progetto di film Antigone per la regia di Carlo Benso, MACRO Asilo, Roma

Still da video Duration 2004

2018 Proiezione video nell’ambito della rassegna Wolf Vostell and contemporary friends, MACRO Asilo, Roma a cura di Gianfranco Valleriani con Duration 2004, Identity 2010, Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre 2012, Un cervello tra le anime 2018

still da video Un cervello tra le anime 2018
Still da video Identity 2010

2017 Testo critico in catalogo della personale di Massimo Napoli Drosophila Melanogaster, Interno 14, Roma

2017 Residenza BoCs Art Cosenza a cura di Alberto Dambrouso

still da video Identity 2010

2017 presenta il video Identity 2010 nella collettiva Essenziale. Certe volte Sogno, a cura di Ignorarte e Roberta Melasecca, Interno 14, Roma

2017 presenta i video Identity 2010 e Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre 2012 nella collettiva 10° Edizione MAD DONNA – MAD Museo D’Arte Diffusa, Museo Emilio Greco, Sabaudia

Disegno di uomo tra le anime in GOCCE VS/ANIME 2016
Disegno di donna tra le anime in GOCCE VS/ ANIME 2016

2016 Personale GOCCE VS/ ANIME a cura di Alessia Carlino, Spazio Y, Roma

2016 Partecipazione all’Indipendent Art Festival – Nexst nello stand di Spazio Y, Torino

Still da video Eternal Feelings 2014

2016 Personale ETERNAL FEELINGS presso galleria Gallerati a Roma a cura di Barbara Martusciello; 

2015 Ha partecipato alla mostra Portafortuna presso Spazio Varco a L’Aquila

Still da video 1223 2015
Still da video 1223 2015

2015 Personale 1223 presso INTERNO 14 a Roma con testo critico di Maria Arcidiacono; 

2014 partecipa alla mostra collettiva Portafortuna presso Spazio Y a Roma

2014 partecipa con il video Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre 2012 alla collettiva Home Theatre al MAAM- Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz a Roma a cura di 100%periferia (Donatella Giordano, Simone Martinelli, Carla Pinocci, Donatella Pinocci) 

2014 pubblica il libro E così la bambina è caduta edito da Erga e presentato alla libraria Koob di Roma, alla Galleria White Noise Gallery di Roma, alla libreria Ubik di Cosenza e a Genova 

dal 2014 Il suo video Duration 2004 è presente nella collezione del Museo Bilotti di Rende (CS) nella sezione Quadratonomade a cura di 100%periferia (Donatella Giordano, Simone Martinelli, Carla Pinocci, Donatella Pinocci) 

REALPOLITIK 2014

2014 espone nella mostra La grande illusione a cura di Manuela De Leonardis alla Temple University a Roma con l’opera REALPOLITIK

still da video Eternal Feelings 2014

2014 Personale Eternal Feelings ad Isola Gallery a Roma a cura di Barbara Martusciello

still da video Trascendenza senza appigli 2012

2013 espone il video Trascendenza senza appigli 2012 nella doppia personale Scripta volant con l’artista Fiorenzo Zaffina da Bibliothé a Roma a cura di Lori Adragna e Maria Arcidiacono

still da video Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre 2012

2013 doppia personale Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre con Manuela Giusto a Studio Abate a Roma a cura di Lori Adragna 

2013 espone il video Duration 2004 nella collettiva Random a Sala Umberto a Roma a cura di 100%Periferia (Donatella Giordano, Simone Martinelli, Carla Pinocci, Donatella Pinocci), in questa occasione viene presentato il suo libro La voglia di urlare 

2013 Presente per un periodo nella mostra permanente sita a Leuven in Belgio presso Officine Clandestine che ha ospitato la collezione della Takewaygallery di Roma, sono stati esposti due frame da video del suo video Identity 

2013 espone il video Duration 2004 e presenta il suo libro La voglia di urlare di cui sono stati letti alcuni racconti da Giulia Ripandelli presso la Biblioteca Gianni Rodari a Roma nell’evento QuadratonomadeDialoghi a cura di 100%Periferia (Donatella Giordano, Simone Martinelli, Carla Pinocci e Donatella Pinocci) 

2013 espone il video Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre 2012 al 21!12 Extra-ordinary Day in occasione del Rebirth Day di Michelangelo Pistoletto presso il MAAM- Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz nella sezione Play on a cura di 100%Periferia (Donatella Giordano, Simone Martinelli, Carla Pinocci e Donatella Pinocci)

Dal 2013 collabora con la rivista web Art a part of culture. 

Still da video Venere metropolitana 2009

2012 espone il video Venere Metropolitana 2009 al wine bar Camponeschi di Roma con la cura di Takeawaygallery 

2012 espone il video Duration 2004 all’interno della mostra Quadratonomade al Palazzo delle Esposizioni di Roma a cura di 100%Periferia (Donatella Giordano, Simone Martinelli, Carla Pinocci e Donatella Pinocci); 

2012 presenta il video Identity 2010 nella sesta puntata del programma Entr’Act Intermediale su Teleambiente a cura di Valentino Catricalà e Lino Strangis

2012 esce il suo libro La voglia di urlare edito da Edizione del Giano presentato nel caffè letterario Frane Letterarie con lettura di Giuseppe Tancorre e accompagnamento musicale di Gianfranco Rita, presso la Libreria del Cinema con i relatori Giorgia Calò e Maurizio Zuccari e la libreria Fandango con i relatori Maria Arcidiacono e Barbara Martusciello Roma. 

2011 Presenta il video Venere Metropolitana 2009 al Brancaleone a Roma nella mostra Kick-Off a cura di Serena Pisano 

2011 presenta il video Venere Metropolitana 2009 alla Galleria ArtMbassy di Berlino nella mostra Document a cura di Chiara Marzi

2011 Presenta il video Venere Metropolitana 2009 al Liceo artistico Giorgio De Chirico di Torre Annunziata nella mostra Contact –S a cura di Raffaella Barbato

2011 cura la mostra Monolito di Fiorenzo Zaffina alla galleria Operaunica di Roma con la collaborazione di Takeawaygallery 

2011 Collabora con il giornale artistico Il corriere dell’arte. 

Dal 2008 collabora con la rivista Insideart

Guarda i video di Claudia Quintieri
https://vimeo.com/user19447541

TESTI CRITICI

Venere Metropolitana 2009
Documentando la provocatoria performance ideata da Claudia Quintieri che calza le caratteristiche della fisicità dell’artista Paolo Angelosanto, Venere Metropolitana spinge a una riflessione sulla condizione dell’arte contemporanea che sembra aver tralasciato la pulsione al bello. A Piazzale Flaminio a Roma, davanti alla fermata della metropolitana, il performer travestito da Venere secondo l’iconografia di Botticelli, allusione alla bellezza, chiede l’elemosina con ai piedi un cappello a cilindro che rimanda al XIX secolo, inizio dell’era contemporanea. La metropolitana è simbolo della rivoluzione industriale ottocentesca e insieme di una bellezza contestuale al progresso, la ricerca estetica fu un aspetto molto rilevante nella progettazione delle prime metropolitane. Il concetto di fruizione estetica e quello di difficoltà di accostamento del pubblico all’arte contemporanea vengono espressi dal contatto tra l’elemento concettuale e il dato concreto. Con la telecamera fissa sulla performance inframezzata dalle riprese delle reazioni dei passanti, Venere Metropolitana ha portato una delle maggiori problematiche dell’arte direttamente in strada. La reazione dell’ignaro pubblico, parte integrante dell’opera, non è prevedibile dall’autrice e diventa un aspetto concreto della pratica artistica. In tal modo vengono indagati i meccanismi che regolano i comportamenti collettivi e gli ingranaggi della comunicazione. (Tratto dal testo critico di Serena Pisano)

Identity 2010
La riappropriazione del sé è un concetto paradossale, quanto mai bizzarro, irragionevole come l’insensatezza con cui, sin da piccoli, spesso, non riusciamo ad accettarci, unici e soli, su questa terra. Forse l’identità è come la libertà, solo un fatuo bisogno che inquieta. Claudia Quintieri parte da lontano, dall’idea di una storia femminile ancora bambina, a volte capricciosa, a volte confusa. V’è un moto identitario mascherato, bianco, vuoto di sé, agitato … che si dimena sul piano fotografico di questa narrazione senza volto proiettata a terra. È una rivelazione esistenziale che accade nel tempo e con il tempo matura, cambia, si perfeziona e si costituisce come una eco annunciata sin dai primordi della vita stessa. Siamo figli di un mondo in cui l’uomo non è in grado di abbracciare l’essere o di comprenderne il significato, siamo vittime di uno status psico sociale per cui riusciamo solo a cogliere le apparenze, questo è un male in primis interiore, un male nero che abbatte. L’epilogo di questa danza impulsiva è il riconoscersi come il ritrovarsi, un idioma identitario che, finalmente ed assurdamente, solo con l’occasione dell’esperienza si riconcilia con la propria insita natura, quindi con l’idea artificiale della rivelazione di un volto che, lentamente, decide di smascherarsi dinanzi al destino. La video art “Identity” sembra figlia di un cammino artistico illuminato; è un possibile racconto psichico dell’evoluzione in sé, un cammino di consapevolezza, un viaggio da sé stessi in sé stessi, definito dai meccanismi di una profonda ricerca identitaria di genere. (Annarita Borrelli)

Trascendenza senza appigli 2012
Il rapporto tra natura e spiritualità è il tema centrale del video Trascendenza senza appigli di Claudia Quintieri. La trascendenza come aspirazione universale diventa percorso riflessivo, ma tutto avviene per gradi, non è possibile assorbire l’interezza del messaggio spirituale in modo rapido, senza meditare, senza predisporsi serenamente, concentrandosi nell’osservazione e nell’ascolto. Nel breve video, i colori prevalenti in natura sono proposti ritmicamente alternati ai loro nomi trascritti usando le lettere dell’alfabeto sanscrito, la lingua dei ginnosofisti, e quelle dell’alfabeto greco, la lingua attraverso la quale l’occidente è entrato in contatto con loro. Una sorta di loop ipnotico, con uno sfondo di colori astratti, accompagnato dal suono di diversi strumenti, uno per ogni colore, che intonano il La, nota universalmente utilizzata in musica per l’accordatura. La sequenza delle immagini e dei suoni, intervallati dal silenzio della natura, sembra senza tempo, come senza tempo è il messaggio dei ginnosofisti, ancora attuale a distanza di secoli, nonostante la difficoltà dell’uomo contemporaneo a recepirlo e farlo proprio. (Tratto dal testo critico di Maria Arcidiacono)

Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre 2012
Il video-danza Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre di Claudia Quintieri, ambientato negli anni’30, vuole esprimere lo sguardo dell’artista sul rapporto fra padre e figlia sotto due aspetti differenti e complementari: la relazione idilliaca versus la componente punitiva. Mentre a dominare, nelle scene, è una realtà onirica e delicata, nei cartelli, scritti da Quintieri, che separano i capitoli, si legge il carattere severo che, sotto una luce diversa, permea il tema trattato. La musica utilizzata è anni ’30, Stardust di Glenn Miller, mentre la scenografia è costituita dalla proiezione cinematografica di un grammofono del periodo che suona un disco 75 giri dell’epoca. Si ritrova, nel video, la volontà di esprimere l’identità affettiva. (Tratto dal testo critico di Lori Adragna)

Eternal Feelings 2014
Eternal Feelings è un video di Claudia Quintieri che tratta di emancipazione e libertà dei costumi attraverso una contrapposizione di immagini e di audio provenienti da immaginari molto differenti ma giungendo ad una riuscitissima fusione emblematica. Attraverso un linguaggio apparentemente manifesto e provocatorio, l’artista restituisce uno sguardo poetico e potente che racconta il desiderio sessuale e la tensione verso una schiettezza dei sentimenti affrancati da ogni sorta di costrizione indotta. Tutto transita in uno spazio urbano che è storico e simbolico come può esserlo Roma, con le sue chiese e le sue piazze dalla tradizione millenaria. La città eterna, dove convivono sacro e profano e dove certe interdizioni dall’alto e regole sociali pesano sull’autonomia individuale, diventa teatro di una narrazione antinaturalistica, rallentatissima, quasi una fluida messa in scena dove ad alcuni particolari luoghi della città è data una colonna sonora molto, molto particolare e trattata in modo tale da sembrare che essa scaturisca dalle strutture degli edifici di volta in volta ripresi. Intensifica l’effetto di intimità e sensualità, che si percepisce in ogni momento del video, la precisa scelta di restituire la città nella sua versione notturna: una Roma by Night in assenza di traffico e di gente, carica di un’insolita atmosfera rarefatta e languida dove i monumenti antichi alternati a quelli della cristianità dicono in assenza di dialoghi più di mille parole (Tratto dal testo critico di Barbara Martusciello)

GOCCE VS/ ANIME 2014
Nella cultura iconografica del XV secolo, il segno figurativo, denotava per convenzione l’uso di rappresentare i dati reali del mondo circostante attraverso la riproduzione sintetica di un elemento che potesse narrare all’osservatore dell’opera i luoghi, i gesti e i momenti salienti di un episodio evangelico o di un passaggio narrativo mitografico. (…) L’anima, ad esempio, o animula, nel caso mariano, definisce oltremodo l’esegesi di una codificazione ben delineata: nel celebre racconto della Dormitio Virginis. Gesù Cristo appare dinnanzi il letto di morte della madre per prendere in braccio la sua anima, rappresentata come fosse una bambina da proteggere, per poi finalmente condurla insieme a sé in cielo. (…) L’opera di Claudia Quintieri descrive esattamente questo eloquente processo, la sua codificazione grafica, dettata dall’uso dei segni, ma anche dalla sua attività onirica, è la cronaca iconologica di un elemento che dal reale, dunque dalla descrizione del maschile e del femminile, si appropria di un territorio inesplorato, il sentiero dell’inconscio, laddove le gocce divengono anime che si frappongono al dato tangibile. Anime colorate, policrome: giallo, nero e grigio, ovvero, positivo, negativo e neutro, come fossero molecole, aggregati di memoria che confluiscono in una realtà mai univoca, che vive in un’eterna incertezza. (L’impero dei segni – Alessia Carlino)

1223 2015
L’indottrinamento cattolico, le mancate risposte a quesiti semplici, le incoerenze delle posizioni dogmatiche: queste le contraddizioni che Claudia Quintieri analizza nel suo lavoro 1223. L’imposizione ineluttabile della sofferenza e il suo rifiuto, l’irreparabilità – nonostante il sacrificio di Cristo – del peccato originale, sono gli interrogativi che fanno da sfondo alla sua ricerca. Parallelamente al percorso personale dell’autrice, che affonda le radici nell’esperienza scolastica d’impronta cattolica, si sviluppa e si presenta, in modo solo apparentemente ludico, una risposta laica alle dottrine che spesso credenti rigidi e curia intransigente tentano di imporre. La Quintieri prende spunto da una rappresentazione-simbolo della liturgia cristiana: il presepe natalizio. L’intervento seguente, in movimento, sigilla, attraverso una serie di simboli che calano impalpabili, quella finalità devozionale che ha dimenticato l’autentico contenuto del presepe: la celebrazione della nascita. Carichi di riferimenti significativi ed emblematici, questi segni che lentamente sommergono la sacra rappresentazione, ci rammentano concetti essenziali, assoluti, universali: l’essere femminile e quello maschile, il cerchio, la terra e il cielo, il triangolo; a ciascuno di essi, ognuno di noi può attribuire il significato che crede, leggendoli in chiave poetica o in senso dialettico. (Tratto dal testo critico di Maria Arcidiacono)

MARIKANA 2018
In Marikana Claudia Quintieri ha realizzato un video di forte impatto simbolico e iconico, un lavoro sul corpo, sulle emozioni e sulla passione dove un uomo e una donna si sfiorano e si incontrano nella nudità della loro pelle nera, in splendido contrasto con l’ambiente candido, irreale e fumoso dello spazio che li accoglie. La donna e l’uomo, nella giovane magnificenza delle loro muscolature elastiche, si sfiorano, si uniscono, si accostano non completamente, ma solo in modo parziale, dando un nuovo senso ai frammenti di un discorso amoroso attraverso il contatto, solo apparentemente accennato, ma in realtà totale, dei corpi. La musica di Debussy accompagna le loro dita e le mani, l’avvicinarsi dei piedi e la sovrapposizione delle gambe, fino all’incontro degli occhi dove l’energia fisica dell’unione si esalta in un legame di sguardi dove la sensualità della danza amorosa crea una connessione che travalica la fisicità. Quintieri dà vita così a un’opera dove la sessualità sempre allusa e mai davvero compiuta si esalta in una dimensione di sacralità, dove la fusione dei corpi si innalza fino ai meandri segreti dell’anima e della psiche. (Tratto dal testo critico di Lorenzo Canova)

Mostra “Amore e solitudine nel presente – passato della Cina” 2019
Claudia Quintieri

I sentimenti delle relazioni scorrono su ritmi scanditi con direzioni di segno contrario. Tra questi stati d’animo primeggiano il desiderio filiale di libertà e la ragione genitoriale, cui Claudia Quintieri dedica il video “Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre”. Smarrimento e regola sono la complementarietà del primo rapporto comune ad ogni cultura che l’artista risolve nella metafora della danza e della musica, lungo una linea di confine mutevole, che concorre alla riorganizzazione individuale e sociale. Il movimento fisico e il battito sonoro mutano sull’onda di suggestioni emotive e interagiscono per introdurre passaggi successivi, creando una sorta di danza dello Yin e Yan. “Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre” immerge il concetto filosofico della dualità nella realtà della vita, nel dialogo padre-figlia. Per l’artista, il rapporto tra le due figure ‘condensa’ l’ansia dei rapporti successivi, la difficoltà femminile di rapportarsi al maschile, per raggiungere quel punto di armonia, che come lampo di luce si accende sul paesaggio umano. Claudia Quintieri mette in scena momenti di una storia, ispirata da un segreto dell’infanzia, da un desiderio di essere riconosciuto come “l’altro” per raggiungere il punto di equilibrio, di intesa, di reciproca accettazione, per far fluire il sentimento. L’amore, come scoperta, spinge l’individuo oltre il sé, che, entrando nel quotidiano, muta, trasforma la responsabilità dei rapporti, e conserva nel sogno la forma originaria. Trasferendo il linguaggio in un tempo non suo, in una luce dispersa tra marrone e tonalità grigie fino al colore scuro dell’abito del padre, l’artista fa scivolare il racconto poetico della bambina, che compie la sua danza bianca. L’ambientazione sonora degli anni Trenta, è spostata all’interno di un’atmosfera nuda, in una normale scena di vita familiare, distante dall’immaginario dell’epoca. La danza e la musica, con momenti di opposizione, contrasto, sono un gioco simbolico, iniziatico, per far emergere energie opposte, associabili alle pratiche naturali del mondo animale tra regola e libertà espressiva. (Vittoria Biasi)

Mostra “La dialettica e il senso” 2020
Il concetto di circolarità energetica delle filosofie orientali si coniuga con il pensiero contemporaneo ricongiungendosi alla culla di una storia alternativa vissuta intensamente da Socrate a Platone, a Baruch Spinoza, alle ricerche artistiche del Novecento. Ogni elemento del creato, in questo panorama estetico, si dispone con la sua identità sulla stessa linea di orizzonte. L’evoluzione del commercio globale e le società hanno collaborato nel creare “confusione” sul valore dell’identità assorbendo la rappresentatività umana in un grafico. Nella mostra La dialettica e il senso l’artista Claudia Quintieri racconta micro storie del vivere quotidiano con radici oggettive di tutti i tempi, lingue e culture.   I suoi video sono come conchiglie che, portate alle orecchie, offrono il senso del mare. Le opere Duration e Venere metropolitana si soffermano su segmenti temporali per raggiungere luoghi traghettatori di vita come un camposanto e una stazione metropolitana. Le sequenze ne sublimano i due concetti estetici: il solitario percorso in automobile per raggiungere un cimitero, dove tutto sembra fermarsi e l’avvicendarsi dei passeggeri all’ingresso di una stazione metropolitana. La dimensione statuaria del cimitero ha una bellezza al limite, tra la morte e l’invocazione della vita. La sensazione prosegue in Venere metropolitana, interpretata dall’artista performer Paolo Angelosanto. Nel video Identity, storie e personaggi distanti nello spazio e nel tempo sono presenti nell’animo dell’artista come mondi paralleli che sognano esistenze altre. L’opera esprime il focus della visione già rivelata nella scrittura poetica e narrativa. Con diversi media l’artista introduce immagini di paesaggi umani su cui soffia il vento del potere, della morte naturale, di tutto ciò che da sempre agita il mondo. Senza commenti, senza retoriche figurative moraleggianti, Claudia Quintieri assume il fardello artistico per mostrare un’umanità unita nella ricerca dei valori di sempre come l’amore, la realizzazione di un progetto personale o sociale in opposizione a pregiudizi, a poteri che creano separazioni, barriere e complicità funeste come in Marikana. Il video è una parabola sensuale, che scorre come un filo invisibile tra il massacro dei minatori della miniera di platino di Marikana del 16 agosto 2012 e le storie sul potere che non riesce a trasformare la vita di coloro che dovrebbero rappresentare. Lo stile dei video è costituito da un linguaggio semplice e determinato, quasi l’incarnazione di una consapevolezza fragilità e forza,  che rappresentano le polarità della dialettica con il mondo. Le forme della visione nascono dal profondo e sono quasi epistolari che l’artista intesse con sé stessa, senza vinti o vincitori.  Tutto è nell’apparire. Venere metropolitana, Identity, Duration, Marikana sono opere mistiche nate da piccole azioni espresse con la fedeltà dello stupore provato al loro accadere, una sorta di minimalismo del senso. L’attuale momento storico replica altre storie con la variante che queste entrano nella nostra vita, ci smarriscono, mentre nel mondo scientifico si parla di intelligenze artificiali e di menti collegate al computer. Accanto ai numerosi poteri dominanti continuo a credere nella forza del granello di sabbia, dell’azione minima capace di inceppare il sistema.  (La dialettica e il senso – Vittoria Biasi)

Poligonie 2020
Poligonie di Claudia Quintieri può definirsi un viaggio mnemonico in Uzbekistan, condotto dallo sguardo dell’artista in forma di reportage onirico su Khiva: importante città dell’Asia Centrale, a settentrione della Via della Seta. L’artista intraprende il percorso narrante attraverso riprese nelle quali, il corpo urbano di Khiva, diventa oggetto di un corteggiamento visivo, in un movimento continuo, avvicinando e allontanando il fuoco sullo scorrimento del racconto. Si può parlare di Documentario emozionale intorno all’idea della perfezione geometrica di un organismo urbano di oltre 2500 anni di storia stratificata. La città, dal colore della terra, è raccolta intorno a mura, all’interno delle quali si esprime quella Bellezza di fango e maiolica, scandita da geometrie e perfezione; ciò che l’artista ha espresso chiaramente coniando il termine Poligonie. Il viaggio si snoda attraverso il susseguirsi di velature fatte di lontananze, che definiscono lo skyline urbano, e di avvicinamenti macro, che permettono di cogliere anche il dettaglio dei materiali. Claudia Quintieri, attraverso la mutevolezza continua delle riprese, interpreta l’essenza della città, nella quale si percepisce la vicinanza al deserto, di cui conserva il colore. Le riprese scorrono come sguardi sulla pelle ambrata di Khiva, intrisa di spiritualità, scorci architettonici e ritagli di cielo. Potremmo sentirne il profumo di pane, che è ritenuto sacro dalla tradizione locale, e, sul quale, in impressione, si ritrovano i motivi geometrici riprodotti sulle moschee. La città sacra è raccontata per immagini, che dialogano come ricordi, per assonanze o contrasti, nelle quali è la geometria a condurre la visione tra: moschee, edifici comuni, mura, inquadrature di interni ed esterni, cupole, minareti e raffinate merlature piuttosto che decorazioni. Altre linee geometriche: poligonie naturali, si colgono nei dettagli dei rami, che disegnano il cielo. In questo caso l’artista cita la natura, chiamata in gioco sia in apertura del video che verso la conclusione. Scorrendo i monumenti l’artista fa riferimento alle 250 meraviglie architettoniche di Khiva: città delle porte che simbolicamente si aprono nei cambi di scena della città Museo, che dal 1991 acquisisce il titolo di sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Alle scene mutevoli si susseguono cambi di musica; potremmo dire che, oltre a poligonie e policromie, si tratti anche di un percorso di poli-sonorità orientali. La musica, composta da brani uzbechi, è parte integrante dell’opera artistica: una sorta di mosaico uditivo, che incasella suggestioni spaziali associandole a suoni. L’opera si chiude sull’inquadratura di due persone che, guardando in camera, offrono un sorriso garbato, lontano dalla memoria della città carovaniera conosciuta in passato per la tratta degli schiavi. Si ritrova, invece, quell’umanità gentile che fa riferimento, secondo la leggenda, alla fondazione di Khiva, voluta da Shem figlio di Noè. (Donatella Pinocci)

TESTI DESCRITTIVI

Duration 2004
Il video Duration parte da una suggestione dovuta alla visita al cimitero di Cosenza in Calabria dove è sepolto il nonno dell’artista. Durante il viaggio che l’ha condotta alla tomba Quintieri ha realizzato tutte immagini che in qualche modo significavano una durata nel tempo dopo la morte, da cui il titolo. Durata dopo la morte in vari sensi: trapasso fisico che porta alla trasformazione del corpo, durata nella memoria di chi resta, trapasso che porta all’al di là in senso religioso. L’artista ha realizzato sequenze come l’uscita da un tunnel, un sorpasso sull’autostrada o il sole che si intravede da una serranda.

REALPOLITIK 2014
Il mio intervento sul libro Santa, Baby è ispirato al suo titolo e alla sua copertina più che al contenuto. L’intervento consiste nella scritta REALPOLITIK applicata sulla copertina del libro. L’immagine che si vede stampata sopra l’oggetto raffigura una ragazza che, vestita da babbo natale, si trova sulle ginocchia di un uomo. È un’immagine che a mio avviso richiama i film porno. La REALPOLITIK è una politica che si basa sui fatti piuttosto che sulle idee. Così nei film porno il sesso è una pratica senza il coinvolgimento intellettuale ed emotivo. Inoltre il titolo, in cui è presente la parola “Santa”, e il vestito da babbo natale che indossa la ragazza, si connettono con la religione cristiana. Nonostante il culto del cristianesimo sia basato sull’amore universale e su grandi idee, la struttura ecclesiastica manifesta spesso il proprio potere attraverso una politica fattuale e l’economia andando così contro il riferimento alle grandi idee e al presunto amore universale. La scritta REALPOLITIK è di colore blu, il colore della profondità e della spiritualità, che contrasta con il rosso della passione e del peccato che si ritrova sulla di copertina.

Un cervello tra le anime 2018
Il video visualizza una lotta intestina tra anime cattive, nere, e anime buone, gialle, finché non vincono le anime buone. Il tutto filtrato attraverso immagini di un cervello che suggestivamente si trova aggredito dal male e conduce con i propri gangli una lotta intensa verso quella che sarà la vittoria.

Reclusione 2020
Il video ritrae un albero dietro delle grate. È stato girato durante il primo lockdown e rappresenta una natura che continua a vivere mentre molte persone muoiono. Mentre tutti siamo costretti in casa il tempo scorre e l’albero si rigenera dal giorno alla notte. Il tempo continua il suo corso mentre sembra che il nostro, di tempo, si sia fermato. La sospensione si accompagna ad immagini velocizzate dell’albero che attraversa le giornate.


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