Immagina e scrivi il tuo mondo ideale – Testi entro il 30 giugno 2020

Mille pagliuzze d’oro
Progetto condiviso e partecipato per l’Italia del XXI secolo 

IMMAGINA E SCRIVI IL TUO MONDO IDEALE

Testi entro il 30 giugno 2020

All’interno del progetto condiviso e partecipato Mille pagliuzze d’oro, viene lanciata e promossa l’iniziativa “Immagina e scrivi il tuo mondo ideale”: scrivere in un testo breve il mondo che desideriamo e in cui vorremmo vivere, il mondo che vogliamo costruire e ricostruire, il mondo che vogliamo consegnare alle nuove generazioni e che sia testimonianza del nostro operare per il bene della collettività. 

E’ possibile inviare i testi (in formato word) al seguente indirizzo mail:
roberta.melasecca@gmail.com entro il giorno 30 giugno 2020, accompagnati da una breve biografia-profilo dell’autore (sempre in formato word), specificando l’autorizzazione ai dati personali secondo le leggi in vigore. 

Tutti i testi pervenuti faranno parte di una pubblicazione che sarà prodotta da Interno 14 next e da Mille pagliuzze d’oro e stampata in versione ebook e cartacea. 

La partecipazione a “Immagina e scrivi il tuo mondo idealeè aperta a tutti ed è totalmente gratuita e nulla verrà richiesto agli autori per la pubblicazione. I diritti dei testi resteranno degli autori. Per la successiva pubblicazione verrà mandata ulteriore comunicazione.

L’iniziativa è una delle tante proposte che il progetto condiviso e partecipato Mille pagliuzze d’oro sta sviluppando dal mese di marzo 2020. E’ possibile approfondire il progetto al link:
https://www.facebook.com/groups/231393234671944

***************************

Cos’è Mille pagliuzze d’oro
Progetto condiviso e partecipato per l’Italia del XXI secolo 
In occasione del Centenario della nascita di Gianni Rodari, ha preso il via Mille pagliuzze d’oro, progetto condiviso e partecipato per l’Italia del XXI secolo. Mille pagliuzze d’oro, iniziato come un progetto artistico alternativo, si è ben presto trasformato in un luogo condiviso e partecipato nel quale artisti, intellettuali, ed operatori culturali si confrontano sui temi più stringenti di questo momento storico. Si sta creando, in tal modo, una community forte e coesa che persegue lo stesso obiettivo: trovare e creare soluzioni complesse come risposta agli interrogativi e alle problematiche che ognuno vive personalmente e collettivamente. Mille pagliuzze d’oro, infatti, è un progetto che nasce condiviso dal momento della sua ideazione attraverso un percorso partecipato basato sul confronto e sul dialogo. Al progetto hanno già aderito centinaia di artisti, curatori, appassionati, operatori culturali provenienti da diversi ambiti disciplinari che si stanno mettendo in gioco attraverso una nuova forma di pensiero, quel pensiero divergente che portava Gianni Rodari a decostruire e ricostruire parole e narrazioni. In questo momento storico nel quale sono crollati tutti i nostri sistemi di pensiero, Mille pagliuzze d’oro è un viaggio nel quale tutti possono essere creatori e co-creatori: Gianni Rodari è, pertanto, solamente il punto di partenza di un pensiero libero da ogni struttura e da ogni condizionamento, da ogni tracciato prestabilito, da ogni modalità già sperimentata. Il progetto si è attivato dal 15 marzo 2020 con un gruppo su Facebook a cui si sono aggiunti ulteriori strumenti: un canvas interattivo dove tutti possono autonomamente aggiungere i propri postit con riflessioni, temi, domande; dirette Facebook di approfondimento e riunioni su Skype che seguono la tecnica del World Café. I partecipanti hanno condiviso da subito testi e documenti, immagini ed opere – utilizzate esclusivamente come immagini di copertina del progetto e che non sono il prodotto del progetto stesso – collaborando attivamente al canvas e alle riunioni settimanali. Mille pagliuzze d’oro approfondisce e lavora anche sui 17 obiettivi ONU dell’Agenda 2030 ed in particolare: 4. Istruzione di qualità, 8. Lavoro dignitoso e crescita economica, 9. Imprese, innovazione e infrastrutture, 11. Città e comunità sostenibili, 17. Partnership per gli obiettivi. 

In copertina: Silvia Stucky, anima, 2017, fotografia digitale – courtesy the artist for Mille pagliuzze d’oro

 

INFO

Mille pagliuzze d’oro
Progetto condiviso e partecipato per l’Italia del XXI secolo 

Immagina e scrivi il tuo mondo ideale 
Testi entro il 15 giugno 2020

Gruppo facebook:
https://www.facebook.com/groups/231393234671944

Per info
Roberta Melasecca
Interno 14 next – Melasecca PressOffice
Ambasciatore Rebirth Project / Terzo Paradiso

Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ONLUS
roberta.melasecca@gmail.com
3494945612
www.interno14next.it

 


Testi pervenuti alla data 28 aprile 2020

 

Leda Ragas
Un mondo umano, rispettoso dell’altro, della natura, che senza di noi sta rinascendo. Rispettoso delle doti e dei meriti, privo della mercificazione, delle false promesse e delle compravendite a favore di poltrone e potere. Un mondo che tenga conto della sanità, dell’istruzione, della sicurezza e dell’arte e non solo dei soldi. Un mondo giusto, equo, per tutti.

Arianna Marinucci
Il mio mondo ideale è senza telegiornali con notizie tristi, un mondo dove la meritocrazia sia attuata. Sogno un mondo senza smog dove si possa essere liberi di passeggiare in città sicure, un mondo senza pregiudizi ma dove i libri rappresentino il massimo per ognuno di noi. Sogno un mondo senza sofferenza, un mondo senza tumori, un mondo a colori per tutti.

Beatrice Bartoccioni
Il mio mondo ideale è quello in cui non prevale l’interesse di poche persone a discapito dei diritti di tantissimi altri. Un mondo in cui vi sia la consapevolezza che siamo solo degli ospiti di passaggio e che tutti abbiamo gli stessi diritti, vivendo sotto lo stesso cielo. Un mondo in cui la vita sia meno frenetica e distruttrice, ma che si fondi sul principio di Uguaglianza, Libertà Democratica e Fratellanza. Un mondo senza bisogno di carità e sussidi perché fondato sulla valorizzazione umana e sul giusto compenso. Un mondo dove l’Istruzione sia stimolante e offerta gratuitamente e la competenza giustamente riconosciuta.

Antonella Mantovani
Un mondo in cui vi sia il rispetto . Per tutti e per tutto

Biagio Castiletti
Un mondo dove ognuno può esprimere i propri doni a fin di bene, un mondo dove si rispettano anche quelli che in questo percorso sono partiti dopo, ma non per questo vengano derisi o lasciati soli, un mondo onesto e senza prevaricazione, un mondo più spirituale, ecologico e meno materiale.

Nora Lux
Lettere dalla Kirghisia di Silvano Agosti: “….una società nascente, a misura d’uomo, dove ognuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è un’utopia, ma un bene reale e comune…”

Pierluigi Macrini
Il mondo lo vorrei non ancorato all’apparenza ma alla sostanza, al Vero al Bello al Giusto! Dove non conti l’aspetto o la condizione per Essere! Con il Coraggio di essere…Umani! Dove l’Amore c’è! Non sentimentalismo ma realtà fra esseri umani! Dove la delicatezza e dolcezza materna…Esistono! Dove il Genio bambino, giovane, femminile e maschile…Collaborano! Come nel Salvador…Mutuali! Dove c’è aiuto…Vicendevole! L’Unicità dell’Essere è…Espressa!

Stefania Di Filippo
Per me il mondo ideale è “Un mondo con più tempo”. Lavorare tutti ma lavorare meno, esercitare il lavoro per il quale si è stati creati, per il quale abbiamo ricevuto dei doni, realizzare ognuno il progetto di vita interno al proprio DNA creando un circolo virtuoso dove ognuno potrà lavorare con amore, con professionalità, con gioia e dove tutto avrà un valore di crescita personale e collettiva che produrrà riconoscimenti anche economici. Un mondo dove avere più tempo per amare e prendersi cura di se stessi, dei propri affetti, dei propri sogni, dei propri bisogni, delle proprie passioni, della natura, del pianeta, dove poter dedicare del tempo al prossimo. Un mondo ideale è “un tempo ideale“ per vivere… e non per sopravvivere o per correre e…… morire.

Barbara Lalle
Immagino un mondo che di tanto riesco ad intravedere, ad entrarci, sbirciando solamente. Questo piccolo pertugio è un interstizio che si autogenera durante le performance partecipative di cui non sono autrice, ma forse solo enzima. Lì vedo il mondo che auspico per me e per tutti i regni. Un mondo di luce, di partecipazione, di condivisione, di rispetto. E di parole e gesti che cambiano gli equilibri, trovandone di nuovi, migliori, più alti. Un modo dove tutti i regni siano interconnessi e rispettati. Uomini, donne, animali, ma anche montagne, parchi, alberi e rocce.

Andrea Ballanti
Il mondo che vorrei… Un mondo semplice e che sappia calmarsi di quelle tante piccole cose spesso svanite. Un mondo che conosca la capacità di chi lo abita di saperlo rispettare e non usarlo solo e sempre per sfruttare le sue sane ricchezze. Un mondo che non conosca le competizioni di potere ma che abbracci la convivenza serena. Un mondo che non conosca diversità e che sia davvero un mondo che sappia cosa sia l’amore. Forse utopico, ma è il mio desiderio.

Renata Maccaro
Sogno un mondo dove venga praticato il principio base di ogni etica: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, intendendo per “altri” tutti gli esseri viventi ospitati in questo pianeta, poiché la vera immoralità è la violenza sugli indifesi a qualunque specie appartengano.

Alessandro Antonucci
Il mio mondo ideale è un sistema in equilibrio tra vita animale e vegetale. La giusta quantità di ognuno, dove il singolo vive e pratica il rispetto delle altre forme di vita. Sarebbe fondamentale una equità nello sviluppo della sensibilità, in maniera che ognuno possa condividere lo spazio, il pensiero, il sentimento del rispetto reciproco, con la medesima intensità. Niente città, solo villaggi diffusi, dove ciascuno abita uno spazio, nel quale può praticare l’autoproduzione per il proprio sostentamento. Ma anche dove ognuno viva una dimensione più globale, per lo scambio di cose, ma anche di pensiero, di ricerca, in un’ottica di rete e di condivisione. Un mondo dove si cammini in punta di piedi, dove si rispetti il diverso da sè, dove non ci sia l’affanno della sopravvivenza, perché ciò che c’è è per tutti. In questo mondo mi piacerebbe vivere.

Giuseppe Guercio
Nel mondo che vorrei non vorrei esserci, sarebbe tutto ordinato secondo fasci di linee rette e parallele, secondo superfici piane ed orologi ticchettanti.

Monica Sarandrea
Il mio mondo ideale è fatto di persone che si rispettano e riconoscono la diversità e la dignità di ogni essere umano. Un luogo in cui le persone vivono con amore esperienze di scambio profondo, in cui l’arte – attraverso tutte le sue espressioni – crea un sottile legame di bellezza, armonia e meraviglia. È un mondo in cui ci sentiamo intimamente connessi alla natura e la sentiamo come parte integrante del nostro essere, in perfetta simbiosi.

Daniela Perego
Vorrei un mondo semplice. Senza smanie di potere, un mondo altruista.

Sandra Naggar
Un mondo dove il principio di base non sia più “consumare” ma bensì “restituire”. Per ogni cosa che consumiamo occorre restituirla all’ecosistema. Consumiamo ormai 1,7 pianeti all’anno, stiamo provocando la sesta estinzione di massa nell’era dell’antropocene. Il mio mondo ideale è cosciente e consapevole e per questo in armonia con gli altri e con il mondo che lo circonda. Non più predatore, assetato di potere in una competizione suicida ma capace di sentire il battito del cuore della vita rispettandone i suoi ritmi e prendendosene cura.

Norma Carrelli
Un mondo dove tutti possano scoprire LA GRANDE BELLEZZA che è in ogni animo umano. Tutti gli artisti hanno la responsabilità di donare questa BELLEZZA tramite il dono ricevuto, a cominciare dal pezzettino di mondo dove sono e che è stato affidato ad ognuno. 

Loredana Manciati
Domanda universale, che ci accomuna tutti. Vengono in mente liste lunghissime di desideri, sogni, richieste del tutto condivisibili: amore, pace, uguaglianza, vera partecipazione ecc.. Poi quasi fulminea, un’ispirazione che credo sia l’origine di tutto ciò. Mentre sollevavo un lembo della pellicola plastica che ricopriva l’anta di un mobile nuovo, si è rivelato il materiale, la sua autentica bellezza e colore. In questa banale immagine ho colto la similitudine che attiene alla nostra incapacità, come genere umano, di vedere. Il “velo nefasto” che ci impedisce di cogliere il valore della vita: sia materiale che immateriale, è costituito dai difetti umani, che ben conosciamo; tra questi spiccano la superficialità e l’inconsapevolezza. L’immagine che intravedo del mio mondo ideale non dovrebbe più esistere perché in successione da queste gravi carenze derivano una moltitudine di azioni distruttive, di atti di predazione, a volte anche inconsapevoli, ma per questo non meno gravi. L’ambiente, dove ancora viviamo, nel futuro potrebbe non esistere, come non esserci più natura e bellezza. Nel mondo futuro vorrei che gli umani tornassero a vivere per la gioia di esistere, nel rispetto reciproco e della natura. Liberi davvero da ogni forma di egoismo, che inquina i rapporti e di conseguenza genera la corruzione materiale e spirituale. “Idealismo” Direte!? Si! Altre strade non le ipotizzo, perché sarà grazie ad ognuno di noi, nei nostri pensieri e nelle nostre azioni la possibilità di consegnare ai giovani un mondo virtuoso e sano. Una profonda evoluzione della cultura umana. Sarà così se ci crediamo! Se ci impegniamo al cambiamento.

Giovanna Lentini

Ritorno

Occhi di bimba
che 
corre e sorride
cuore e 
respiro del mare
fragore di onde.

Sole che riscalda
cielo di velluto
e di stelle.

Profumo  di gelsomino
in una sera d’estate
zagare e basilico 
odore  di pane appena sfornato.

La  carezza di un vecchio
che tiene per mano un bambino.

La Luna guarda.

Leonarda Faggi
Un mondo ideale a descriverlo non ci avevo mai pensato. Le prime parole che vengono in mente sono: più amore, libertà, giustizia…sì, sì, certamente. Ma il mondo come lo vedo io è fatto di persone non più schiave di se stesse ma protagoniste di un cammino di conoscenza e condivisione, consapevoli che le vere occasioni nella vita nascano da dentro e non provengano da fuori. Persone che riconoscono di non essere superiori a nessun essere vivente e che vivono il presente in tutta la sua pienezza. Il mondo ideale per me è quel mondo dove chi si siede in pace e silenzio a osservare la bellezza che lo circonda non è considerato né un pazzo né un mistico ma un essere umano.

Giuliana Silvestrini
A proposito di un mondo migliore, vorrei invece soffermarmi sull’immagine della “Zattera di pietra“ di Saramago, romanzo fantastico e ricco di saggezza, dove cinque persone e un cane si trovano a intraprendere un viaggio mentre nel frattempo la terra su cui vivono si sta staccando incredibilmente dal vecchio continente. Tra gli elementi di questo gruppo s’instaura un clima di profondo rispetto e di solidarietà che rispecchia quel mondo ideale in cui vorrei vivere. Ho avuto poche esperienze artistiche di lavoro di gruppo ma tutte deludenti; bene, io, ciononostante, continuerò a credere ad un mondo dove le diversità arricchiscono, dove sia possibile unirsi all’insegna della sincerità, solidali verso una comunione d’intenti, sempre convinta che se ci credi le cose accadono. Un mondo dove si abbia la possibilità di seguire i propri sogni, e non di sopravvivere.

Silvia Stucky
Un mondo felice senza io
Il mio mondo ideale è un’utopia senza fine. Il mio mondo ideale è un piccolissimo pianeta, blu, verde e bianco, forse l’unico con questi meravigliosi colori nell’immensità dell’universo, fra miliardi e miliardi di galassie, stelle e buchi neri.  Non ci siamo solo noi in questo paradiso di montagne, deserti, oceani, ci sono esseri minuscoli e invisibili, piante e animali di mille e mille tipi. Un pianeta che sta evolvendo da circa 4,5 miliardi di anni, ritrovando a ogni era un nuovo equilibrio.  Una trasformazione lenta e continua. Il mio mondo ideale è un pianeta che offre aria, acqua e cibo a tutti. Il mio mondo ideale chiede all’umanità consapevolezza, conoscenza, saggezza, libertà di pensiero, equilibrio, giustizia. Nessuno può vivere da solo. Tutto è connesso, tutto è legato, tutto perde e ritrova equilibrio in un ciclo senza fine di reciproco aiuto. La complessità e la casualità governano le leggi della natura, della fisica, dell’universo. L’umanità è qui da così poco tempo e ancora non ha imparato come deve comportarsi per vivere in accordo con questo piccolo pianeta. La cultura, la scienza sono le sole armi che abbiamo. Il mio mondo ideale è senza io, un mondo di relazione, condivisione, interazione con l’altro. Azioni concrete di resistenza, azioni sostenibili, domande impossibili, imparare a vedere e ascoltare, pensieri oltre… inventare nuovi punti di vista, provare stupore e meraviglia per una foglia che cade come per l’immensità dell’universo… essere ‘felici nonostante tutto’. “Tutti questi diversi modi di provare felicità esistono soltanto per coloro che li hanno desiderati al punto di averli inventati, a dispetto dell’epoca, del dubbio e della paura. Sono modi di conoscere la felicità concessi a tutti, indipendentemente da origini, cultura, sesso: una felicità di resistenza, la cui idea rimarrà sempre nuova, a dispetto dell’odierna mediocrità.”  Marc Augé, Momenti di felicità (Raffaello Cortina Editore, 2018)

Toutes ces bonheurs n’existent que pour ceux et celles qui les désiraient à un point tel qu’ils en sont devenus les inventeurs, en dépit de l’époque, en dépit du doute et de la peur. Mais ce sont aussi des bonheurs pour tous, indépendants des origines, des cultures et des sexes; des bonheurs de résistance dont, malgré la médiocrité présente, l’idée restera toujours neuve.” Marc Augé, Bonheurs du jour. Anthropologie de l’instant  (Editions Albin Michel, 2018)

Gianna Panicola
Il mio mondo ideale è come una scultura che necessita di levar materia, inerte e bruta, per liberare lo spirito triste e oppresso.
Di levar la polvere dai nostri occhi che ci impedisce di guardare.
Di levar la pesantezza opprimente dell’essere ancorato a schemi e a regole.
Di levar le ingiustizie, le ipocrisie e le meschinità.
Di levar l’essere diverso, minore di te o di me.
Il mio mondo ideale è come una pittura che necessita di aggiungere colore per creare armonia, interesse e curiosità.
Di aggiungere entusiasmo nella vita quotidiana e negli incontri.
Di aggiungere l’umiltà del cuore che accoglie ogni singolo senza sentirsi inferiore.
Di aggiungere passione, quella passione che muove, infiamma e agita gli animi.
Di aggiungere amore verso se stessi. Amatevi e sarete felici con voi e con gli altri.

Sara Campagna
Amo questo Mondo con tutte le sue sfumature: etnie, filosofie di pensiero e di scienza, paesaggi naturali e architettonici di incommensurabile bellezza, anche quelli più crudi e monotematici. Tutto ciò non lo cambierei affatto anzi… Il mio Mondo Ideale è questo che già c’è: questo che riparte da SÉ, nel momento presente e senza cavillare con il passato ma con la consapevolezza piena dell’ESPERIENZA di tutto ciò che l’Umanità ha vissuto sia di bello che di atroce. Un mondo che riparte mettendo da parte l’avidità e tutte le sue sfaccettature che portano ad emendare leggi di profitto distruttive per l’Uomo, l’Ambiente e la Cultura. Vorrei un Mondo che si occupi del suo Benessere a 360°. UN MONDO CHE SI VUOLE BENE.

Daniele Casolino

Il mondo che m’immagino
è il mondo mio ideale
dove ciò che conta 
è l’immaginare
Le priorità di legge
le danno i ragazzini
seduti, immaginando 
un mondo di bambini

Le attuano gli adulti 
dai venti ai cinquant’anni
le leggi e quegli editti 
un pò fantasticanti
magari non capiscono, 
ma hanno in sé coscienza
che l’immaginazione 
è la più grande scienza

I nonni poi raccontano 
ai loro bei nipoti
i sogni che da piccoli
hanno cambiato il mondo
insegnano ai bambini
la forza dei lor sguardi
dicendo che al resto
non debban dar riguardi

Il mondo che mi immagino 
è il mondo mio ideale
l’ho chiesto a mia nipote
che sa ancora immaginare

Lucia Munaro
Un mondo dove io non ci sono. Dove la sofferenza sparisca con me e i miei figli siano finalmente immortali, liberi e giusti. 

Caterpillar
Il mondo che vorrei

Un mondo di mondi. Questo è quello che vorrei.
Mondi reali, mondi immaginari.
Un mondo dove tutti i mondi abbiano casa.
Nella parola, prima, nella mente, poi nella realtà.
Niente confini immaginari e arbitrari, niente Stati arbitrari,
leggi arbitrarie, eserciti arbitrari, violenza arbitraria, 
guerra arbitraria.
Niente bandiere. Tutt’al più trasparenti.
Regole condivise, non leggi imposte.
E poi persone, e non Cittadini. 
Le persone sono reali, i cittadini sono astratti.
Persone e non Lavoratori.
Le Persone sono reali, i lavoratori sono astratti.
Le astrazioni producono identità fittizie che funzionano come prigioni. 
Riducono il molteplice ad un uno che non c’è, ma che giustifica l’Ordine.
Seppellire con solenni funerali tutte le Astrazioni,
tutte le identità fittizie, tutte le gerarchie, tutti i vocabolari.
La lingua è astratta, il dialetto è reale.
Un mondo, tanti mondi.
Abolire il Lavoro, abolirne il ricatto, abolirne l’Astrazione e la menzogna:
le Persone non sono quello che fanno per lavoro, non sono una funzione,
nessun essere vivente può essere ridotto a funzione.
La funzione è un’astrazione che occorre all’Ordine per sopravvivere.
Un mondo, tanti mondi.
C’è spazio per tutti. Anche se dicono che siamo troppi.
Vorrei dei mondi, non un mondo solo.
Dove il Commercio non abbia più senso. 
Il Commercio funziona con uno scambio astratto,
dove chi vende e chi compra scompaiono 
dietro un equivalente universale astratto, il denaro, 
che da mezzo si è mutato in fine e forma di tutte le relazioni.
Un mondo di mondi senza il denaro come fine supremo, 
come forma suprema.
Senza nessun fine supremo. Nessuna forma suprema.
Un mondo dove non esista l’Economia.
Un mondo dove non ci si svegli la mattina con un’idea 
e pensare subito di venderla.
Un mondo dove non si metta tutto a valore, 
dove non si dia un prezzo a ogni cosa, utile o inutile che sia,
non si dia un prezzo a ogni tipo di relazione tra viventi.

Un mondo di mondi.
Possibilmente senza carceri e senza scuole. 
Dove relegare diventi passato remoto, e punire, trapassato prossimo.
Un mondo senza Metropoli e alveari di cemento e aria condizionata.
Un mondo di mondi.
Dove si faccia quel che si può fare. Tenendo conto dell’Intorno.
Dove non si possa possedere l’Intorno. 
Dove non possa più trovare senso l’espressione “Patrimonio dell’Umanità”.
Dove non si possa devastare tutto il resto. 
Ancora, mezzi adeguati ai fini. 
Smettere di produrre ciò che per produrre distrugge.
Un mondo di mondi. 
Possibilmente senza macelli e macellerie.
Di corpi, di anime, di viventi, di culture, di luoghi, di idiomi,
di magie, di trascendenze, di pensieri e di desideri.

Un mondo di mondi. Un tempo di tempi.
Osservare gli stormi di uccelli e tornare a imparare da loro.
Osservare i boschi e tornare a imparare da loro:
il massimo grado presunto di Intelligenza
corrisponde al massimo grado di Dipendenza,
da pratiche e oggetti che finiranno in discarica.
Un mondo di mondi. Non una, ma mille Intelligenze.
Un mondo di mondi. Umani e Non-Umani,
visto che per vivere abbiamo bisogno del non-Umano,
altrimenti non esisteremo. 
Un mondo di mondi.
Passaggio per i viventi, Cammino, Apertura, Soglia, Tragitto.
Inizio e Fine. Nuovo inizio, nuova Fine.
Dove la Fine sia finalmente Compagna del Viaggio,
e non Terrore rinnovato ad ogni battito di ciglia.

Francesca Cortona
Desidero un mondo dove venga ripristinato il valore della moneta, (perchè tutto circola e dipende da questo) inteso non come “valore alla ricchezza” della moneta stessa, e quindi di materialità in tutti i sensi, ma della “RICCHEZZA DEL VALORE”. VALORE, inteso per me, come un bene comune e reciproco, attraverso gesta non di tipo giudizievole, ma che aiutino ad ottenere un riscontro funzionale al bisogno dell’essere umano, quali benessere, libertà ed indipendenza, generando un effetto collaterale positivo con chi ci sta intorno. Come, a mio parere, deve essere l’evoluzione di ogni specie: ossia trovare un benessere interiore attraverso ciò che ci circonda, renderlo funzionale ai nostri bisogni, generando un equilibrio perfetto con quelli che sono i valori primordiali; buon cibo, felicità, calma, amore, confronto, intuito, ecc. e NON condizionato dal chiasso mediatico o dalla frenesia di dover “arrivare”, che subiamo INCONSCIAMENTE o NON ogni giorno. Con questo voglio sempre più spostare l’attenzione non sulla ricchezza materiale, ma sulla ricchezza, a mio parere, interiore di ognuno di noi, che ha un ‘prezzo’ assai più elevato. Come esempio abbiamo la Terra, è la nostra madre, noi proveniamo da essa, noi siamo i suoi figli, e come una madre ci da tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere, acqua, cibo, cure e bellezze per i nostri occhi, una biodiversità infallibile; insieme  al marito, come lo chiamo io!, il Sole, che è colui che ci dà energia e produce energia, ed infine il figlio dei due!, la Luna, che si nasconde di giorno e ci osserva di notte, come se ci proteggesse! e che segna e dirige ogni cambiamento! Questo è l’EQUILIBRIO, che viviamo costantemente, ma che siamo ormai ciechi di vedere, e che vorrei si prendesse in considerazione e come Modello. Dal momento che siamo essere Intelligenti e con una storia alle spalle che ci aiuta a capire sia gli errori sia a mettere in evidenza la grandezza dell’essere umano come essere intelligente ed ingegno, io promuoverei una sana vita verso origini e valori primordiali, attraverso strumenti funzionali che questi pianeti ci offrono, amandoli, prendendoli in considerazione come nuove tecnologie, e rispettandole. E’ importante per me che l’uomo possa sentire il ‘dovere’ con se stesso, per se stesso, di essere libero di CREARE, senza alcun condizionamento esterno, generando così un benessere reciproco e di conseguenza alla collettività, attraverso ciò che è il suo vero intuito o dote interiore: nel mio caso è attraverso l’ARTE. Io, grazie all’arte, ho la possibilità e l’Intenzione di creare un bisogno di felicità costante, anche quando intorno a noi e alla nostra vita e quindi in ciò che vediamo, le cose non vanno come vorremmo, o sentiamo o vediamo cose spiacevoli; ci sarà sempre qualcuno che ti sorride o che risplenda di luce propria anche nelle difficoltà più ardue. Questo per me ha più valore del quadro in sé e di quello che può esserne il guadagno, perchè creo nel momento del bisogno di un individuo un benessere che in quel momento una persona necessita. 

Monica Valenziano
Questo è il Mondo ideale. Il Mondo è già  una promessa incompiuta di Bellezza infinita e una tensione continua verso il suo compimento. È un granello di polvere divina gettato nella Storia. Il Mondo che verrà mi troverà ancora creatura. Un’eco di vicinanza al tutto. Un sentimento creaturale tornerà ad unirci. Granelli di polvere, anche noi, in cui risuona il sacro. Senza un inizio e senza una fine. Torneremo ad avvertire, doloroso, il senso del limite. L’acqua, la terra, il cielo non saranno diversi dall’uomo. Fatti tutti della stessa sostanza, sentiremo ancora la vertigine del buio che si fa tenebre, della luce che tarda a tornare. Nel Mondo che verrà forse saremo fiori blu.

Rosa Anna Argento
Tra le pagine di un vecchio saggio di estetica di Dino Formaggio, lessi alcuni anni fa che l’uomo è come un sasso lanciato nell’Universo che prende coscienza lungo il cammino. Il piccolo libro lo lessi più di una volta ma spinta dall’entusiasmo per le scoperte che aveva prodotto nella mia coscienza, lo prestai ad un amico e poi dimenticai l’amico, ma non il libro che continuo a cercare nelle librerie. L’idea che il tempo può incidere sulla nostra presa di coscienza e sulla consapevolezza mi aveva colpito e affascinato. In quel periodo avevo ripreso a frequentare gli studi universitari dopo aver concluso il liceo molto tempo prima. Così mi resi conto che nulla è casuale nella vita e se all’ordine segue il caos non sarà per sempre, anzi questo ci aiuterà a dare un nuovo ordine alle cose. L’essere donna non è da poco: come gli anelli di un secolare pino, strato su strato lasciamo che gli eventi si sommino e grazie alla nostra resilienza, rianimiamo, ad ogni alba, il nostro spirito. Così questa “araba Fenice” non getta l’ancora, anzi rafforza la sua determinazione.
Come quel sasso, ho preso coscienza e vorrei, nel mio mondo ideale, eliminare tutte le violenze sulle donne. Sulla mia pelle ho provato discriminazione nel mondo del lavoro e nel mio mondo ideale non sarà più così. Ma le urgenze più grandi sono le violenze, quelle che non incidono solo sulla pelle ma arrivano al profondo dell’anima. Nel mio mondo ideale non vi saranno più spose bambine e l’infanzia avrà rispetto e amore soltanto. Alcuni Paesi non avranno più il nome di terzo mondo ma potremo assicurare a questa umanità il soccorso necessario perchè la popolazione possa trovare cibo e medicine per tutti. Una autonomia gestionale in cui l’umanità non sia serva o padrona ma in cui debbano coesistere armonia e pari opportunità indiscriminatamente. Nel mio mondo ideale non si abbattono più gli alberi per la filiera del lusso ma nell’ordine delle cose la natura può trovare un posto di rilievo ed essere cibo e dimora per la fauna spontanea. Il mio mondo non avrà più macelli e gli animali non saranno più vittime sacrificali, anzi saranno considerati più vicini all’uomo. Nel mio ideale il mondo sarà chiamato “Armonia del Mondo Unito” fondato sul mutuo soccorso, sulla libertà religiosa, sul rispetto di tutte le razze e i generi, sull’eliminazione delle armi e sulla creazione e valorizzazione delle fonti rinnovabili! Scienziati di tutto il mondo lavoreranno con un unico obiettivo: eliminare la fame nel mondo….Nel mio mondo ideale! 

Vilma Maiocco
Il mondo che immagino mi piacerebbe dipingerlo. Un quadro nel quale vorrei ci fosse la stessa visione fantastica tipica dell’infanzia, quando tutto appare perfetto. Lo realizzerei con colori decisi ma gentili al contempo, con contenuti nei quali anche gli altri possano immedesimarsi. Costruirei forme fluide e prospettive “in divenire”, che fossero accoglienti e senza separazioni (o barriere) tra le zone dipinte. Le campiture avrebbero tonalità rispettose le une delle altre anche se tra di loro contrastanti e il colore sarebbe equamente distribuito su tutta la superficie, anche nelle zone più nascoste. A questo punto, avrei bisogno di tre elementi essenziali, senza i quali il dipinto non avrebbe ragione di esistere: la condivisione, l’ascolto ed il dialogo, perché é importante che il nostro lavoro e le nostre idee si confrontino e vengano alimentati. Tutto questo é necessario alla vita comune perché conduce verso la conoscenza e la cultura, elementi necessari per rendere il pensiero libero e consapevole.

Lucilla Monardi
Nel mio mondo ideale ci sono dieci lettere molto importanti che, messe una in fila all’altra compongono una parola:

G- E- N- T- I- L- E- Z- Z- A

GENTILEZZA è come l’acqua, sta alla base della vita, non costa nulla ma è molto preziosa

                                produce amore per il bello
                                non è razzista
                                non sfrutta il prossimo per un profitto indiscriminato
                                ama e rispetta tutte le forme di vita
                                non spreca   
                                favorisce l’incontro costruttivo
                                è empatica
                                ascolta un discorso fino in fondo
                                non aggredisce perché ha ascoltato e compreso
                                è creatrice
                             la parola se applicata nel nostro vivere quotidiano si trasforma facilmente in

A-R-M-O-N-I-A

Isa Tao Badolato
Il mio mondo ideale sarebbe

1) Senza confini: i semi delle piante allignano dove il terreno glielo permette e ci sono specie vegetali nelle condizioni ambientali più avverse. Non ci sono barriere per le piante: anche dopo eventi catastrofici come bombe nucleari, sono sempre riuscite a sopravvivere perchè collaborano le une con le altre. Abbiamo sempre pensato al mondo vegetale come un mondo inferiore e invece penso che la loro capacità di interconnettersi tra varie specie e con le specie animale dovrebbe essere presa ad esempio. Inoltre la bellezza delle piante, la perfetta geometria dei fiori, le nervature delle foglie sono ciò che ha sempre ispirato la specie umana come fonte di bellezza, nelle opere d’arte, di ingegneria e non solo.

2) Senza limiti: i primi limiti sono nella nostra mente, nelle nostre paure che ci bloccano. Sarebbe ora di insegnare alle future generazioni di non porsi dei limiti, di vedersi come individui in continua evoluzione e formazione a 8 anni come a 80 anni. Quello che saranno a 20 anni forse non li soddisferà più a 40; pertanto devono trovare, innanzitutto dentro di loro, ma anche fuori, le risorse per cambiare “pelle” tutte le volte che lo vorranno. Cerchiamo di creare una società con una adeguata mobilità sociale, portata alla consapevolezza di chi ne fa parte, piuttosto che una società immobilista, patriarcale e che non porta le persone ad autodeterminarsi.

3) Armonico ed in equilibrio dinamico (Yin-Yang). Armonico con l’ambiente, armonico tra gli individui e con gli animali.

4) Un mondo trasversale, trasversale inteso come momento di confronto tra persone di generazioni diverse, esperienze diverse, culture diverse. Siamo tutti diversi ma siamo tutti vicini.

Claudia Quintieri
Un mondo migliore
Mi ritrovo così a riflettere su di un mondo ideale da consegnare alle future generazioni. Sembra quasi scontato, ma la prima cosa che mi viene in mente è la preservazione della natura nel nostro pianeta. Bisognerebbe rispettare ciò che ci è stato donato pensando alla Terra. Bisognerebbe apprezzare di più cose banali come calpestare a piedi nudi un prato rigoglioso, fare il bagno in un mare pulito, riuscire a raggiungere a piedi la fine di un percorso che porta ad un monte innevato, respirare aria pulita, vedere un cielo stellato. Provare ad immaginare un mondo in cui tutto ciò potrebbe non esserci più, ci deve far capire l’importanza di preservare la natura. L’altra riflessione che mi pongo riguarda il tempo. Il tempo è relativo. Il tempo su di un treno o su di un aereo scorre più lentamente del tempo che viviamo normalmente stando a terra. A causa della forza di gravità il tempo al livello del mare scorre più lentamente che su di una montagna. Dato che anche la nostra percezione del tempo varia a seconda delle circostanze, mi piacerebbe che noi impiegassimo il nostro tempo in maniera utile a tal punto che esso scorra velocemente per noi e che non ci annoiassimo mai. Questo non vuol dire non pensare, al contrario, il tempo che utilizziamo per pensare dovrebbe essere talmente denso da scorrere velocemente. Un’altra riflessione sul tempo riguarda la società. La pandemia di Covid-19 ha fatto sì che il nostro ritmo giornaliero fosse meno frenetico e mi piacerebbe che anche quando ritorneremo alla vita normale dessimo più spazio alla tranquillità per prenderci, ognuno, i tempi giusti su cui modellare la nostra vita. Inoltre penso al caos, soprattutto nelle grandi metropoli, io abito a Roma. Il caos frenetico cui siamo abituati dovrebbe essere rallentato dalla coscienza di rendere abitabili le città in maniera meno convulsa per riscoprire la bellezza della pace. Pace che si può risolvere solo con riflessioni sulla propria identità, essenza, coscienza, personalità. L’ultimo pensiero che vorrei sottoporre riguarda il rapporto reale/virtuale. Mi piacerebbe che si tornasse un po’ indietro. Mi piacerebbe che si tornasse ad incontrarsi piuttosto che a parlare attraverso i social, watsupp o Skype. Bisognerebbe recuperare il rapporto con l’altro in incontri di persona che acuiscono i sensi e la comunicazione silente che avviene attraverso gesti, espressioni, tatto, udito e sesto senso, che non si può attribuire solo alle donne. Vedersi di persona rende più completo il dialogo, lo scambio, le emozioni, e permette di rendere solide le amicizie, le relazioni interpersonali, l’amore e tutte le interconnessioni che altrimenti non possono avvenire. Tutte queste cose, secondo me, e solo in parte, potrebbero rendere il mondo migliore.

 Marco Vinicio Fattori
Coltivo da qualche anno queste mele antiche in un grande giardino in montagna e le conservo nella casa adiacente in cesti pieni d’erba secca. Quando arriva maggio le mele sono quasi finite e questo é ciò che resta del lavoro di potature, falciature del prato e guaine sui tronchi antichi. Ho pensato, riportando questo cesto di mele avvizzite a casa, che la felicità, il mondo che vorrei, é tutto concentrato nel viaggio e nel lavoro che faccio per ottenere il risultato che spero ogni anno. Non è tanto il risultato quanto il Viaggio stesso e la fatica della coltivazione che faccio che danno il senso al tutto. Inutile per me, viaggiatore e soldato quasi di professione, dire cosa sia il mondo che vorrei. Per me il mondo é concluso in questo cestino e nei viaggi per ottenerlo, nel parlare con le piante, rassicurarle e consolarle prima che arrivi l’inverno e promettere loro che ci sarò ancora in primavera a guardare lo splendore dei fiori e in autunno a raccogliere i frutti. É  tutto lì, nel viaggio.

Gabriele Talarico
La vita che vorrei riguarda il bello assoluto, che per adesso noi esseri umani non siamo, neanche lontanamente, capaci di raggiungerlo! Figurativamente immagina un blu-sferico-incandescente: lo porta una mano che non è di questa terra. 

Sara Santarelli
In un mondo futuro ideale la libertà è un diritto applicato sempre, è vento sulla pelle e respiro profondo, colmo di speranze. I limiti e le convenzioni, ora alimentati da individui dalle piccole menti, saranno un ricordo lontano. Le tradizioni non freneranno il divenire di sempre nuove consapevolezze. La Natura sarà il nostro unico cliente. Il nostro corpo, i nostri abiti, gli oggetti, gli ambienti e le città saranno un unico grande essere vivente e sarà finalmente possibile vivere senza distruggere il Mondo. La tecnologia sarà avanzata ma la creatività umana resterà fondamento e comunicazione fra le varie discipline. L’Amore resterà l’inizio, la fine e il motore della vita, come lo è ora, ma saremo tutti consapevoli che ogni cosa è Energia e sapremo come usarla…mi auguro.

Alessia Ferraro

Il diritto base della vita di ogni essere umano è il diritto ad esistere, ad occupare uno spazio.

La mattina, quando mi sveglio, guardo fuori dalla finestra della mia camera e mi rendo conto che i raggi del sole splendono su case colorate, dalla vernice fresca, brillante, bellissima. La signora di fronte sta stendendo il bucato su fili tesi come corde di violino, lascia il tappeto abbracciato alla scintillante ringhiera a pendere aria. Due balconi più a destra un’altra signora sta innaffiando le ortensie. Alza gli occhi verso di me, mi saluta con un cenno della mano, le sorrido e la distanza tra di noi scompare. Guardo in basso. Per la strada un signore sta portando a passeggio il suo Schnauzer. Si somigliano, a osservarli bene. Hanno entrambi la stessa aria arruffata e buffa. Il cane si attarda ad un albero, il padrone ne approfitta per accendersi una sigaretta e buttare gli occhi al cielo. Mi vede, mi fa un cenno con la mano, gli sorrido. Qualche metro più in là il camioncino giallo della posta. In orario, come sempre. Il postino cammina rapidamente verso l’ingresso del mio condominio, ma nella fretta non si rende conto che una vecchia cartaccia gli scivola via dalla tasca e rotola a terra. Urta i piedi di una ragazzina con lo zaino in spalla. Questa la raccoglie, scruta intorno e va a gettarla nel primo cestino disponibile. Poi attraversa la strada e le macchine si fermano per lasciarla passare. È ovvio che lo facciano, a prescindere dal pedone, le strisce pedonali sono state fatte da uno degli artisti che il comune ha assunto per abbellire la città e sono bellissime. Ognuna ha un colore diverso che spicca sull’asfalto liscio e gli automobilisti, davanti a tanto spettacolo, smettano di dimenarsi per il traffico o per il ritardo, ma si lasciano cullare da tanta armonia. Intanto la ragazzina è salita sull’autobus per andare a scuola. Insieme a lei sale anche una vecchia signora con un bastone. La ragazzina vede per lei un posto sul mezzo e l’accompagna a sedersi. La signora la ringrazia, si fa un pò più in là e le fa cenno di sedersi anche lei, anche se per metà dovrà stare sullo scomodo tubo di acciaio che delimita il sedile e corre in alto a dare sostegno. La ragazzina si siede. Le due si sorridono e quando l’autobus riparte, hanno già iniziato a chiacchierare. Probabilmente faranno cosí fino a fine corsa, penso, mentre tuffo i miei occhi su nel cielo, che è veramente “dipinto di blu”, perchè l’aria è pulita, leggera, piena di vita.  E penso anche che sarebbe bello se questo mio sogno ad occhi aperti fosse tutto vero. Ma per fare tutto questo non sono necessari decreti governativi, forze dell’ordine, medici o scienziati. Per avere “il mondo che vorrei” basterebbe solo che gli esseri umani possedessero una cosa: la consapevolezza. Se le persone fossero consapevoli di occupare uno spazio nel mondo, si guarderebbero da balcone a balcone e non si considererebbero più estranee. Probabilmente unirebbero un’unica corda per stendere il bucato, tanto i confini servono solo a far sentire piú soli. Alzerebbero gli occhi, durante una passeggiata con il cane, perchè se su questa terra camminiamo noi, lassù nel cielo volano gli uccelli ed è a loro che dobbiamo connetterci per volare in alto. Se tutti avessimo consapevolezza che occuppare il nostro posto nel mondo ha un valore più nobile della mera sopravvivenza, faremmo tutti il nostro lavoro con più coscienza e rispetto. Senza sbuffare, senza sentirci irrisolti. Avremmo un profondo senso di comunità in grado di risollevare un intero Paese in ogni momento di difficoltà. Probabilmente tutti pagheremmo le tasse in giusta misura, in modo che ognuno di noi possa usufruire del diritto a curarsi, istruirsi, crescere, essere aiutato, insomma, ad esistere. Se fossimo consapevoli che tutti i nostri gesti hanno un effetto domino sul mondo che ci circonda, trasformandosi in un incredibile effetto boomerang, inizieremo a fare quelli giusti. Ci chineremo a gettare via una carta, pensando che è affare nostro. Che la frase “Non c’è nulla di personale” non vale quasi mai, è tutto molto personale, perchè tutto ci riguarda direttamente. Siamo tutti collegati, che lo vogliamo o no, quello che è caro al nostro vicino deve essere caro anche a noi. Esiste una felicità più grande di quella personale che è quella collettiva. Un’utopia? No. Basta avere consapevolezza. La consapevolezza è il respiro che ci sgancia magicamente dallo stress del clackson per lasciarci stupire da qualcosa di inusuale e speciale. Prendersi un attimo di tempo per fermarsi a guardare un quadro e comprendere che ci sentiamo anche noi come l’artista che lo ha disegnato, questo ci riconnette ad un mondo in cui la bellezza è il gancio trainante. E la bellezza ha varie forme, quella di un dipinto, di una strada ben pulita, di un sorriso. Quella di una bambina che mette via il telefono e si connette solo all’anziana di turno, che probabilmente ha storie più interessanti da raccontarle di quelle che vedi scorrere su instagram. La consapevolezza che abitiamo questo mondo può rendere questo mondo quello che tutti vorremmo e in cui tutti, non solo i più potenti,  abbiamo il diritto di esistere.

Sarah Palermo
Solitudine. La parte che conosco bene 

Il confinamento ci fa riflettere sulla nozione di tempo. E se fosse un momento da cogliere per pensare al mondo di domani? Per riflettere su quello che potremmo essere domani? 

Provare a vivere in maniera Zen, per coloro che conoscono la loro ipocondria, la loro paranoia e le loro ansie. Coronavirus e arte, amici o vita: sto pensando ad alcuni che si realizzeranno e ad altri che avranno bisogno di aiuto più di quanto pensino. Ti chiedi se ti mancano gli altri? 

Dopo questa crisi ci sarà una sorta di selezione. Come se passassimo tutti gli amici attraverso un setaccio per vedere chi è rimasto. I demagoghi della realtà potrebbero non funzionare più così facilmente come quelli che filosofeggiano o riflettono. Mi sono trovata a dirmi “Siamo tutti incasinati”, ma questa frase era troppo pessimista e mi sono fermata. Le persone pensano che tu faccia sempre le stesse cose. Ma questa volta cogli l’occasione per cambiare tutto! – Non puoi fare altro che rimanere te stessa. 

Questo vale per te, come per chi si occuperà d’arte. Spesso gli artisti vogliono cambiare, ma non possono farlo, il loro stile è ancora lì. 

Hai scelto di chiuderti in una casa piena di libri, un ambiente favorevole alla riflessione. Quando il confino fu annunciato, i primi di marzo, hai preparato solo una valigia per sistemarti nella tua “nuova” vita. Ogni settimana riscopri le tue passeggiate, è un altro modo per riconnettersi con la natura e questo universo che apprezzo particolarmente è un modo anche per prendersi del tempo per dire a se stessi: quale sarà lo scenario migliore per un pensatore (o artista?) e quale sarà il suo lavoro dopo questa crisi sanitaria? 

Il mio telefono non serve che per scattare foto da condividere, saranno la memoria di questo insolito periodo. 

E rifletti: a 35 anni, hai già una lunga esperienza alle spalle, ma queste lungaggini devono essere discusse ulteriormente in momenti molto speciali. Questa crisi sanitaria ci porta ad avere una nozione leggermente diversa del tempo. Lo uso in questa dinamica per chiedermi: come fare dopo? Cosa fare quando ci saranno decisioni più o meno radicali da prendere su argomenti essenziali che compongono la tua vita? Naturalmente siamo in un momento abbastanza incredibile per dirlo. 

Il processo di apprendimento diventerà ininterrotto – inizierà a intrecciarsi organicamente nelle nostre vite anche dopo aver ottenuto conoscenze fondamentali. Di conseguenza, il prodotto educativo avrà ora un ciclo di vita più lungo, consentendo alle scuole e alle università di migliorare significativamente il proprio modello di business. 

Oggi molte persone hanno tempo per porre domande sul futuro desiderabile per i loro figli e per sperare che raggiunga un’area in cui le prestazioni sono sempre al massimo: andare più veloce, battere i record, essere sempre rispettosi dell’ambiente. 

Esistono numerosi possibili futuri, tutti dipendenti da come i governi e la società rispondono al coronavirus e alle sue conseguenze economiche. Possiamo augurarci di usare questa crisi per ricostruire, produrre qualcosa di meglio e più umano. 

Andrej Mussa
Questo, è un progetto che mi riporta indietro nel tempo, quando a scuola la maestra ci dettava il tema da svolgere a casa: Immagina e scrivi il tuo mondo ideale… Così, lo svolgimento di questo tema progetto che mi appresto a scrivere interpreterà emotivamente e stilisticamente quel tempo perduto, perché è proprio in quel mondo perduto che io vorrei rivivere. Chiedo gentilmente che la grammatica e i tempi volutamente riportati nel testo qui sotto rimangano così come si leggono. “Correggere” la fantasia di un bambino è stato un nostro grande errore. 

Immagina e scrivi il tuo mondo ideale 

… Oggi la maestra mi hà dettato il tema da scrivere a casa: Immagina e scrivi il tuo mondo ideale. La mia maestra è buona ma severa i suoi capelli sono rossi come le ciliege e gli piacciono le fiabe così tutte le mattine ci chiama alla lavagna per indovinare una lettera disegnata e al più bravo gli viene regalato un piccolo libro di fiabe. La mia maestra questa mattina mi hà premiato con il libro di Pollicino perché hò indovinato la P di pane lò scritta anche bene, sembrava uguale. Il mio mondo che piace a me è pieno di bambini e di gesetti colorati. Quello colorato di giallo lo regalo alla mia amica Sabina. Sabina come me hà 7 anni e hà dei punti rossi sulle guancie mia mamma mi hà detto che si chiamano lenticchie. E’ facile da costruire il mio mondo ideale basta prendere un foglio bianco e colorare un grande cerchio con dentro tanti bambini. Tanti bambini che fanno il pane da dare a chi non ce là. Le api ogni giorno ci portano il miele e le mucche il latte la terra marrone diventa cioccolato. Pane cioccolato miele e latte son gli ingredienti per costruire il mio mondo ideale e i bambini lo devono solo colorare ogni giorno come vogliono loro. Poi il pane vecchio duro non si butta, lo mettiamo nel latte caldo come faceva mio nonno così lo pucciamo dentro con le dita. Nel mio mondo ideale il disegno è un’idea con intorno una linea. Qui le idee sono sempre colorate e nel mio mondo ideale non si muore di fame, facciamo ogni giorno il pane per tutti e dalla terra prendiamo il cioccolato così la mia amica Sabina si colora le lenticchie di colore marrone. Quando in cielo non c’è più spazio perché le nuvole nere hanno occupato tutto il cielo coloriamo l’arcobaleno sulla terra così i bambini non piangono più. 

Ecco, nel mio mondo ideale i bambini non piangono mai, i grandi invece sì perché vogliono tornare bambini come noi ma non si ricordano più come si fa. 

Questo mio “tema” è dedicato alla memoria di Gianni Rodari.

Tina Bellini
Il tuo mondo ideale, dove desideriamo vivere, il mondo che vogliamo consegnare alla nuove generazioni. 

Apparentemente un tema semplice quello proposto e invece molto profondo che delineerà la personalità di ognuno di noi.

Tutto quello che è accaduto, e tuttora sta succedendo nelle nostre vite, mi ha scosso nel profondo: inizialmente ero come in una sorta di bolla di sapone, era talmente paradossale che non riuscivo a capire cosa pensare; qualche giorno più tardi mi ha portata indietro nel tempo di decine e decine di anni, alla mia infanzia, ai valori, quelli veri e sinceri che la mia famiglia mi ha trasmesso e da lì sono riuscita a dare un senso anche a questo dramma che ci ha visti tutti protagonisti e a trarne un insegnamento e un arricchimento.

Come in ogni profonda crisi ci sono fenomeni sociologici positivi e negativi: sicuramente l’aspetto più positivo è stata la solidarietà che improvvisamente e stranamente c’è stata tra vicini di casa, conoscenti, amici, e familiari. Tutte le persone si sono strette fra loro, forse anche per paura, perché il cambiamento di vita è stato forte e non sapere cosa accadrà domani fa paura. Abbiamo ritrovato quello che avevamo perso da tempo, il senso civico e il rispetto del prossimo, più di qualcuno forse ha capito che siamo davvero tutti uguali su questo pianeta.

Desidererei che rimanesse tutto questo nelle nostre anime, anche quando inevitabilmente ritorneremo alle nostre vite frenetiche: questa reclusione forzata, almeno per quanto mi riguarda, mi ha portata a guardarmi dentro (più di quanto faccia sempre) e alle origini.

Improvvisamente mi sono trovata a fare quello che la mia mamma faceva per noi: gli stessi profumi che sentivo la mattina appena sveglia, l’odore del ragù che lentamente bolle e che inebria tutta la casa; dedicarmi come non mai al giardinaggio, fermarmi ad ascoltare gli uccellini cantare e rendermi conto di non aver apprezzato abbastanza la semplicità della vita, ripercorrendo tutte le sensazioni emotive e anche olfattive della mia infanzia. Questo è sicuramente un bel ricordo che ho e che ho forse fatto vivere alla mia famiglia in questi mesi. Questa è la nostra Italia, le case delle nostre mamme e dei nostri nonni.

Ma purtroppo sono altrettanto turbata e scossa da tutti gli avvenimenti devastanti che questa tragedia ci ha portato: famiglie intere distrutte dalla morte dei propri cari e cosa ancora più triste pensarli morire soli.

Inoltre questo virus porterà danni psicologici a tantissime persone fragili e sole, bombardate costantemente dai media in un vero e proprio terrorismo psicologico, con la paura di ritornare alla vita di prima!

Cosa vorrei lasciare ai miei figli e alle generazioni future?

La “FORZA” di resistere e combattere e sapere che dal fondo si può sempre e solo risalire, non mollare mai di fronte alle tragedie che la vita presenta, essere pronti al cambiamento e alla mutazione quando è necessario.

Il “PROFUMO ”della quotidianità e non farsi sopraffare dagli impegni, dare il giusto spazio a se stessi, lavorare su di sé e su cosa si cerca, sui propri affetti: quando si è troppo concentrati solo su un fronte si rischia di trascurare tutto il resto ed invece ognuno di noi ha bisogno non solo della ricerca del proprio appagamento lavorativo e personale ma anche di sentirsi amato e amare.

L’”ARBITRIO”, ognuno è padrone e libero della propria esistenza: non lasciarsi dire mai da nessuno chi si siamo e cosa dovremmo essere, né tantomeno dovremmo mai farlo noi. Ognuno è ciò che vuole essere e arbitro di se stesso.

Ed infine direi “CURIOSI”, perché la curiosità ti spinge alla ricerca, allo studio, a migliorare e ad essere consapevole di tutti gli altri punti che ho elencato.

Il mio mondo ideale è fatto di lealtà: lì le persone non cercano di usare, ingannare, raggirare, c’è solo trasparenza, chiarezza, schiettezza; un mondo utopico il mio che mi manca, dove ognuno può esprimere il proprio essere attraverso la musica, la letteratura, il cinema, l’arte, senza essere giudicato con faciloneria e superficialità; pensare che dietro un segno c’è uno studio, tanti sacrifici fatti sin da piccoli, almeno per quanto mi riguarda; tutto questo mi ha fatto apprezzare ogni singolo traguardo e mi ha fatto condurre una vita sana con degli obiettivi da raggiungere.

Ai ragazzi di oggi direi di non mollare mai: anche quando tutto rema contro, proprio allora bisogna insistere.. ”Ama il tuo sogno seppur ti tormenta”!!!…come diceva Gabriele D’Annunzio.

In ultima osservazione vorrei citare un grande critico d’arte che ci ha lasciati pochi giorni fa, Gennaro Celant, proprio a causa del Covid-19: “l’artista attraverso il suo lavoro non è solo estetizzazione e dare un messaggio ma è anche uno strumento per comunicare una visione del mondo sulla realtà del presente”.

Stiamo ripercorrendo ciclicamente quello che è già successo nel dopoguerra e, come in tutte le profonde e devastanti crisi, sono convinta che anche l’arte possa servire per dare una visione positiva e fare da volano per una ripresa sia economica che spirituale delle persone.

Claudia Chianese
La via della consapevolezza

La quarantena mi porta nel presente, completamente immersa nel momento presente. Senza più le distrazioni del mondo, inizio ad assaporare il gusto del silenzio, della pace e dell’aria pulita, delle giornate piene di spazio, un tempo improvvisamente dilatato, antico, fatto di gesti semplici, amore per le piccole cose quotidiane, cura di sé, dei propri cari. Senza un attimo di tentennamento, so come fare, come vivere pienamente le giornate che ho davanti con una qualità che ho subito percepita diversa dal solito. E’ la qualità della consapevolezza, dell’essere piuttosto che del fare, dell’essere nel cuore, e quando si è nello spazio del cuore, si vede tutto da un altro punto di vista. Trascorro giornate serene vivendo una vita semplice. Cambiano le priorità: un tempo e uno spazio da dedicare agli affetti, alla ristrutturazione interiore, fisica e mentale. L’attenzione al respiro, non solo durante la pratica della meditazione, ma durante tutta la giornata. Accogliere nel proprio cuore tutta la vita, la Terra, la gioia, la sofferenza del mondo, guardare il volo degli uccelli, sentire il profumo del pane. Questa pandemia è come una luce forte che illumina all’improvviso una stanza, la propria stanza interiore, illumina le proprie ombre e ci permette di crescere, di evolvere. Si scardinano le strutture mentali, si impara a fare a meno di tante cose e a rivalutarne altre. Si apre la possibilità di un nuovo futuro, tutto da costruire. Sono necessarie creatività e ispirazione alla tradizione, la chiave è la consapevolezza.

Ed è così che inizio ad immaginare un mondo diverso.

Un mondo in cui si è consapevoli di essere collegati gli uni agli altri. Esseri umani, animali, vegetali, come le maglie di una grande rete sono in connessione tra di loro. Per raggiungere questa consapevolezza è necessario avere il coraggio di vivere ogni giorno con pienezza, essere nel presente e chiedersi quali sono le conseguenze delle nostre azioni. Se ogni volta che facciamo qualcosa ci chiedessimo quale potrebbe essere l’eco di quella scelta, saremmo più cauti. Se ogni volta che facciamo qualcosa ci chiedessimo se saremmo disposti a subire quella stessa azione, saremmo più prudenti.

Un mondo in cui si investe sulla qualità e non sulla quantità, in cui si dà importanza alla salute della Terra quanto alla propria, dove l’economia è circolare e la decrescita è felice, dove si ottimizza e si valorizza quello che si ha e “riuso” è la parola d’ordine.

Immagino un mondo in cui ci si aiuta reciprocamente e ci si rispetta perché ci si riconosce tutti parte di qualcosa di più grande che ci comprende e che ci appartiene. 

Un mondo orizzontale, dove ognuno insegna quello che sa e impara quello che gli altri hanno da insegnare, aldilà del titolo di studi o del livello sociale, in cui si è sempre leali e in cui la gioia è il valore fondamentale ed è ricco chi coltiva le relazioni e sa dare gioia agli altri. 

Un mondo in cui non ci si nutre di violenza, perché noi siamo quello che mangiamo, un mondo in cui nessuno deve vivere in sofferenza o morire, per sfamare o per migliorare la vita di qualcun altro. Un mondo in cui l’empatia permette di capire e rispettare i desideri altrui e si è capaci di trovare quel punto di equilibrio in cui ognuno possa esprimere i propri bisogni senza mortificare quelli degli altri.

Un mondo in cui ognuno è centrato nel proprio sè perseguendo la verità con equilibrio e saggezza, in cui ci si comporta con gli altri come fossero i propri cari e si muove all’interno del mondo come fosse la propria casa.

Alberta Piazza
Era l’alba quella che si annunciava come un prisma solido di luce polverosa. A occhi aperti, mi ha raggiunto la consapevolezza che mi attendeva una giornata festosa come uno specchio riflettente di diamanti e colori, una sarabanda di odori conosciuti che già entravano in me con i ronzii. Era l’ora. Fuori tutto come l’avevo lasciato qualche mese prima, anzi meglio. La radura era uno scintillio di ocra e rubino, ebano e smeraldo come se fosse il primo giorno della Terra. Non avevo bisogno di andare molto lontano: sapevo che se rimanevo vicino a casa, andavo più in profondità alle cose. Così mi era stato insegnato e questo è quello che accadde. Godevo dell’erba, dei piccoli frutti, semi e radici che trovavo sotto i cespugli e alzando gli occhi, bastava che allungassi la zampa e il miele sarebbe colato sulla mia lingua. Mi chiamo A49. I miei saggi antenati mi hanno trasmesso le conoscenze giuste per vivere, e anche di più. Quando esco dalla foresta palpitante di vita, all’orizzonte e come lontano nel tempo, vedo strani alberi di cemento e vetro che non sono però come come gli alberi che conosco: invece di moltiplicarsi e alzarsi a cercare le nuvole, questi alberi si riducono nel tempo fino a scomparire sotto una coperta verde di edera e nera di terra. Só che lì, una volta, viveva una civiltà avida e intelligente, aggressiva e fragile. Un affollato pantheon di dèi e mostri, di eroi e miserabili. Si racconta che sotto le loro torri si trovino ancora cose meravigliose che possono dare godimento fin dentro l’anima. Ma tradendo il loro Genio, la civiltà degli uomini si è rivelata autodistruttiva. Non avevano capito che non erano indispensabili o l’avevano capito troppo tardi. Io racconto. Per conto dell’erba e dell’aria.

Massimo Napoli
Ancora un mondo reale

Sarebbe possibile ipotizzare un mondo reale che riunisce in sé tutte le perfezioni? Molto spontaneamente direi che è possibile. Sottrarre la Natura al suo stravolgimento cui stiamo assistendo oggi. Per tutelare la Natura al punto in cui siamo giunti, sarebbe ancor più necessario comprendere e risolvere il perché siamo giunti a questo punto. Allora possiamo dire che l’avidità umana è uno dei problemi? Forse. Che cosa c’è dietro la bramosia di cibo e di guadagni? Colmare irrisolti vuoti esistenziali? Forse. L’ago antropocentrico non andrebbe, dopo secoli, indirizzato altrove? Rammentare che nulla è eterno e tutto è caduco. Ad un essere umano non occorre molto per vivere e ciò che occorre può anche essere considerato senza tralasciare il senso estetico. Una buona e sostenibile architettura sarebbe una delle risposte. Pianificare bene gli spazi urbani o umani ci renderebbe meno nevrotici e frustrati. Avere un sistema sanitario eccellente ed esclusivamente pubblico. Anche l’istruzione da organizzare esclusivamente nel pubblico. Non sarebbe meglio puntare su un concetto di alleanza sia con la Natura, sia tra esseri umani, stemperando un poco quell’esasperato individualismo che in epoca di globalizzazione smarrisce anche quel suo aspetto positivo che è la libera iniziativa? Piace immaginare di raggiungere altri pianeti per spirito di ricerca e conoscenza, ma temo che non sia così. Il pianeta Terra sembra ormai poca cosa, da volgere l’attenzione agli altri pianeti da mettere a sacco anch’essi.
E poi… i nostri migliori amici non sono forse gli alberi?

Annamaria Atturo
É necessario ricostruire un mondo che sia attento custode di memorie e di originarie Bellezze, generatore di visioni incontaminate, sguardi puri e autentici, profondi. Un mondo capace di contemplare la materia in tutte le sue forme e rispettarne la Natura. Un mondo dove riconoscersi nella ragione d’esistere. Naturalmente lento, attento, educante. Un mondo ispirato da un equilibrato istinto per operare slanci nel futuro di creazioni armoniose, belle, nel quale tutti gli esseri viventi possono riposare i loro pensieri.

Enzo Tatti
Mi è arrivato di colpo un quesito di quelli campali, di quelli in cui ti ci puoi intoppare di notte, da solo, strafatto di buoni propositi o completamente leggero. Comunque, quando ti viene chiesto che cosa è il tuo mondo ideale, la risposta potrebbe essere pericolosamente logorroica e digressiva. In realtà ho solo paura di mettere a nudo le domande a cui non ho ancora dato risposta, a cui cerco di rispondere talvolta con piglio da dissoluto animatore di notte, altre volte da semplice insonne, comunque sempre di notte. C’è quiete, anche la musica ha una morbidezza diversa, non ci sono tentazioni. Possiamo pensare bene, pensare male, pensare ai massimi sistemi o ai fatti nostri. Il ventre della madre accogliente e divergente dalla velocità in cui cerchiamo soluzioni che facciano condividere il personale con il collettivo. Non tutti si chiedono quali regole possano fare star bene: pensare alle regole costa fatica, più facile trasgredire o accettarle e divinizzarle. Il mondo che vorrei è un mondo libero dove le persone sono libere di sbagliare, dove vi è libertà di divenire, non uguaglianza Perché tutti uguali saremmo “pallosi” e ci annoieremmo. La natura, come un orologio di manifattura perfetto, regola senza errori le cose del mondo. Poi mi chiedo: può un poeta essere una rockstar? Può una rockstar essere un poeta? A cinquant’anni non te ne frega niente di mediare delle ideologie, delle strategie. Forse si…Il mondo che vorrei è il mondo che devo ancora scoprire, la poesia che devo ancora scrivere, il bicchiere d’acqua prima del caffè. Il mondo che vorrei è quello che vivo se lo vivo con l’intento di starci dentro attivamente e consapevolmente umano. Vado a farmi un caffè. I vizi, permettete… 


Posted

in

,

by

Tags:

Comments

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora